Giosuè Carducci, primo premio Nobel italiano "Il grande vecchio è stato, oltre che un poeta e un letterato, una guida e un maestro per gli italiani; è riuscito a dare a tutta una generazione la sua impronta, un suggello spirituale austero ed eroico, a cui nessuno ha potuto sottrarsi. L'esempio della sua persona ha acquistato un valore storico". Così ebbe a dire un assiduo frequentatore delle "lezioni bolognesi" del Carducci, Renato Serra, qualche anno dopo la sua scomparsa. Le sue parole rispecchiano il pensiero degli intellettuali ialiani della generazione fra i due secoli: una guida morale, un punto fermo nel quale molti si erano riconosciuti ed avevano guardato con tante fiduciose speranze. Oggi, a distanza di quasi un secolo dalla sua scomparsa, si può dire che tutta la poesia carduccianam vista nel suo insieme è nel complesso poesia di ispirazione civile, con una decisa ambientazione geografico-cronologica nelle varie epoche del passato della nostra storia, dal tempo idealizzato dell'antica Roma, ai sentimenti democratici dell'età comunale, al periodo splendido del Rinascimento. Una poesia, questa, che doveva dare risposte concrete e precise a quei lettori impegnati prima nella vicenda risorgimentale ancora in corso, e poi nei gravi problemi sorti con l'unificazione d'Italia. Il Carducci è ricordato anche per la sua attività di prosa, sia quella dedicata (come spesso nelle | |
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